dal libro La stella di Andra e Tati di Alessandra Viola, Rosalba Vitellaro
“Non sapevano quanto sarebbe durato quel viaggio, eppure quando il treno finalmente si fermò per non ripartire più, per qualche strano motivo capirono subito di essere arrivate.Fu così anche per tutti gli altri. Ognuno seppe all’istante che quello era il luogo di arrivo e, quando dopo pochi minuti i pesanti portelloni metallici vennero aperti dall’esterno, la conferma arrivò sotto forma di una lama di luce e di una sferzata di aria gelida che entrarono di taglio nel vagone.
Andra e Tati allungarono entrambe una mano per cercare quelle di Mira, mentre con l’altra si ripararono gli occhi. Ci vollero alcuni istanti perché si abituassero di nuovo alla luce, dopo tanta oscurità. E quando finalmente riuscirono a distinguere le immagini che provenivano dall’esterno… avrebbero preferito continuare a ignorare tutto.
le sorelle Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro
Davanti al vagone, decine di uomini in divisa tenevano al guinzaglio grossi cani ringhiosi, che sbavavano di rabbia e mostravano i denti, esprimendo in modo chiaro il desiderio di azzannare il primo ebreo che fosse capitato loro a tiro. Tati pensò che quegli uomini somigliavano molto ai soldati che erano andati a prenderle a casa, solo che questi sembravano ancora più arrabbiati. Andra invece notò che fuori c’era la neve. A Fiume la neve le era sempre piaciuta, eppure questa sembrava diversa, meno soffice e amichevole. Più fredda. «Schnell!» gridarono molte voci, da ogni lato.
Ancora quella parola! E poi molte altre, tutte incomprensibili. Che lingua era? Di certo non la loro. Non si capiva nulla e in più le parole suonavano come unghie sulla lavagna. A Tati sembrava che le Z fossero affilate, che le T potessero colpirla in testa, che le S le si avvolgessero intorno al collo per strangolarla. Nelle H invece soffiava un disprezzo incomprensibile. Rabbrividì.
Cosa voleva quella gente? Chi erano? Era chiaro che non era il caso di fare molte domande e comunque bastava guardarsi intorno per capire come comportarsi: bisognava saltare giù dai vagoni e mettersi in fila”.