MARILYN HA GLI OCCHI NERI

“Marilyn ha gli occhi neri” di Simone Godano è la storia di Clara e Diego, pazienti psichiatrici di un Centro Diurno che fingono di aprire un ristorante, il Monroe, che esiste però solo attraverso le false ed entusiastiche recensioni che Clara, quarantenne bugiarda patologica, posta sui social accompagnate dalle foto artistiche di piatti mai cucinati. In un batter d’occhio però il Monroe scala le classifiche dei migliori ristoranti della zona. L’idea geniale di Clara è quella di trasformare la fantasia in realtà, coinvolgendo Diego, uno chef balbuziente, nevrotico, mitomane iracondo , ospite del Centro, che ha appena perso il lavoro perché ha distrutto completamente la sala di un ristorante, e tutto il gruppo di appassionati ma profondamente instabili pazienti.

«Pensano di avere ragione solo perché sono di più, quelli normali». È questa la frase più significativa di Marilyn ha gli occhi neri, una commedia che trattando la diversità, in questo caso il disagio mentale, non scade mai nel pietismo ma la racconta con ironia e leggerezza, pur non dimenticando mai la realtà, che a tratti è drammatica.

«La sofferenza degli altri fa paura», ripetono più volte i personaggi, dando implicitamente voce a tutti i diversi, a tutti quelli che si sentono sbagliati, a tutti i non allineati con quello che la società richiede, e che reclamano solamente il loro diritto a esistere. In sintesi è una riflessione sulla nostra società, che tende a etichettare come anormale e a mettere ai margini chiunque si discosti dall’apparente perfezione.

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