di Marco Ghergo
Mettersi una mano sulla coscienza.
Avere la coscienza sporca.
Fare l’esame di coscienza.
Ma anche…
Dire in coscienza. Oppure…
Stato di coscienza.
Coscienza: è una parola piuttosto usuale che evoca contesti più o meno conosciuti. Ma se la coscienza fosse molto di più? La coscienza è qualcosa di talmente complesso da risultare persino un mistero per le neuroscienze…volete scoprire di più?
INAFFERRABILE E INDEFINIBILE
La coscienza è qualcosa di molto complesso da definire. Non è solo il semplice essere coscienti. E vi dirò una cosa: una sua definizione univoca non esiste ancora. Potremmo dire che è qualcosa che siamo da sempre e rappresenta un po’ la nostra essenza. Pensateci: il nostro corpo cambia costantemente durante la vita, ma la nostra coscienza resta sempre là senza troppe trasformazioni evidenti. Inafferrabile e indefinibile, eppure così importante come linea di demarcazione tra l’essere e il non essere. Perché non c’è dubbio che chi è cosciente, indubbiamente ‘è’.
COSA ACCADE QUANDO MORIAMO
Di certo, una persona che vive, parla e interagisce è cosciente. Diverso sarà il caso di una persona addormentata: il suo stato di coscienza sarà differente, ma non c’è dubbio che la persona sia ancora viva, sebbene non cosciente. Cosa accade poi quando moriamo? Si ha una perdita totale della coscienza? Ovviamente non abbiamo le risposte, ma soltanto una serie di affascinanti domande…
DOVE SI ORIGINA DAVVERO?
I neuroscienziati hanno iniziato a studiare il fenomeno della coscienza solo da qualche decennio. Le acquisizioni su di essa sono, pertanto, molto recenti e frammentarie. Ecco perché la sua origine è ancora oggetto di dibattito. Dove si origina davvero la coscienza? Molti neuroscienziati affermano che si tratti soltanto di un prodotto del cervello e dei circuiti neuronali, ma vi dico una cosa: nessuno, almeno fino a ora, in realtà, è riuscito a dimostrare che le cose stiano esattamente così. Né è stata fornita altra spiegazione definitiva o esaustiva. E allora dove potrebbe risiedere davvero la nostra indefinibile e inafferrabile coscienza?
E LA SCIENZA?
La scienza così come la conosciamo, ha i suoi punti di forza. Definita secondo regole ben precise, risulta un approccio rigoroso alla conoscenza della realtà sensibile e (pur con i suoi limiti) offre soluzioni utili alla vita di tutti i giorni. Tuttavia, la coscienza, questo fenomeno per certi versi ancora difficile da catalogare, sembra voler mettere in crisi tutti. Alcuni elementi, infatti, lasciano supporre, che per capire fino in fondo e in maniera onesta il fenomeno della coscienza, possa risultare necessario per forza di cose, rivedere alcuni paletti del sapere scientifico e soprattutto dell’approccio cosiddetto ‘riduzionista’…
POSSIAMO PARLARE DI ANIMA?
Non so se avete notato, ma la coscienza assomiglia molto a quella che gli antichi definivano ‘anima’. Stiamo cercando di dimostrare addirittura l’esistenza dell’anima quindi? Certo che no. Non sarebbe onesto sul piano scientifico. Vogliamo offrire, tuttavia, uno spunto di riflessione che parte da una vicenda nota a tutti del XVII secolo, ovvero il processo a Galileo Galilei…
POSSIAMO ANCORA SEPARARE MATERIA E SPIRITO?
Con il processo a Galileo, la Chiesa sancì che lo studio della ‘materia’ spetta alla scienza, mentre lo spirito deve restare di esclusiva competenza dell’istituzione ecclesiastica. Questa decisione determinò la scissione senza ritorno tra materia e spirito, condizionando per sempre le caratteristiche del nascente metodo scientifico per i secoli successivi. La nostra è una provocazione e un invito alla riflessione, ovviamente; ma siamo sicuri che per una reale comprensione del fenomeno della coscienza, questa separazione sia ancora utile e valida? Inoltre, quali sono i veri limiti del riduzionismo scientifico?
“La coscienza rimane il più grande interrogativo scientifico e filosofico di tutti i tempi. Un mistero analizzato e sondato per oltre duemila anni ma pregiudizialmente negato per gran parte del XX secolo. Non sono ancora oggi chiare né la natura della coscienza, né la relazione coscienza/cervello/realtà, né il posto della coscienza nel mondo. La coscienza è l’enigma fondamentale dell’umanità, un enigma dalla cui comprensione dipende la conoscenza di noi stessi, della natura e del senso della vita. Questo libro è una rigorosa analisi critica degli elementi fondamentali della scienza della coscienza, che si estende dalle sue profonde implicazioni epistemologiche e metafisiche agli aspetti neuropsicologici, per arrivare alle possibili connessioni con la fisica quantistica e con le ipotesi fisico-matematiche di altre dimensioni oltre quelle dello spazio e del tempo come tradizionalmente intesi. Il risultato è la proposta di una sintesi fra scienza e filosofia che consenta di riscoprire l’inseparabilità del mondo fisico da quello della mente, in un orizzonte concreto molto più ampio, ricco e affascinante di quanto comunemente creduto”.
Ne parliamo insieme all’autore Enrico Facco, professore di Anestesiologia e Rianimazione presso l’Università degli Studi di Padova, specialista in Neurologia, ipnositerapeuta e membro del Gruppo di Ricerca sulla Scienza della Coscienza, Dipartimento di Psicologia, Università di Padova. È autore inoltre di quattro monografie e oltre 350 articoli (in riviste mediche internazionali, atti di congressi e capitoli di libri) su anestesia, ansia preoperatoria, coscienza, ipnosi, meditazione, espressioni non ordinarie della mente, agopuntura, cefalee, dolore cronico, cure palliative, terapia intensiva, coma, esperienze di premorte, stato vegetativo, morte cerebrale.